| [ Recensioni / Reviews ]
           TWIST OF  FATE: September Winds (CD 2016 - Oltrelanebbiailmare)   Non è stato affatto un episodio isolato, nella copiosa  produzione di Giuseppe Verticchio, la divagazione in un parallelo universo  acustico intrapresa due anni fa insieme a Daniela Gherardi (violino, effetti, synth)  nel progetto Twist of Fate. Come corrispettivo più lieve e arioso delle  tenebrose sperimentazioni droniche di Nimh, ecco infatti Verticchio rinsaldare  il sodalizio che già aveva prodotto le esili filigrane armoniche di “Tales from  a Parallel Universe” (2014) in un nuovo lavoro, che anzi amplifica il sognante  respiro bucolico già lasciato intravedere dal duo.Nelle sette tracce strumentali di “September Winds”,  l’antitesi tra luce e buio che ancora caratterizzava il predecessore scolora  infatti nell’impressionistico naturalismo acustico di pièce ispirate a una  serena contemplazione e a un romanticismo che nell’immaginario autunnale  suggerito dal titolo e dall’artwork trova manifestazione dal fascino agrodolce.  Tutto ruoto intorno al picking gentile di Verticchio, che ricama armonie  baciate dai raggi obliqui di un sole di fine estate e sospinte da brezze  piacevolmente frizzanti: è la cornice all’interno della quale il duo inscrive  quadretti dai colori pastello che evocano solitari paesaggi in penombra (la  title track d’apertura e “In Some Lonesome Shadows”), via via pennellate di  calde tinte crepuscolari dai dialoghi con il violino e morbide risonanze (“The  Colours are Changing”, ”In the Light of Dusk”, “A Warm Day in Autumn”), che  definiscono un ambiente sonoro ovattato e sognante.
 Ben più vicini alle estatiche contemplazioni della  countryside che a retaggi neo-folk, i tre quarti d’ora di “September Winds”  delineano un itinerario d’ascolto gentile e cristallino che, pur ispirato  all’autunno, si attaglia a qualsiasi transizione quotidiana ed emozionale con  delicatezza poetica, profondamente empatica.
 - Raffaello  Russo - Music Won’t Save You
 Giuseppe Verticchio è Nimh e metà Hall of Mirrors. Ha  pubblicato molti album – anche collaborativi – nel corso degli ultimi quindici  anni, ha curato e cura il sito Oltreilsuono, su cui recensisce materiale  appartenente allo stesso scenario nel quale agisce. Si occupa inoltre di  mastering. Se faccio l’elenco dei suoi editori (Silentes, Malignant, Eibon,  Afe…) s’intuisce in modo vago come possa suonare un suo disco, ma l’uomo ha  molta esperienza alle spalle, quindi è un po’ stupido andare a comporre  l’albero delle influenze, dato che stiamo parlando di qualcuno capace allo  stesso tempo di lavorare a quattro mani con Mauthausen Orchestra e coltivare  una passione per alcune musiche e alcuni strumenti “non occidentali”.A un certo punto del suo percorso Giuseppe ha recuperato la  chitarra come strumento per dar forma ai suoi dischi, declinandola in chiave  ambientale. Ciò non toglie che, in alcuni casi, la sei corde abbia favorito la  presenza di tracce più “suonate” e melodiche, per cui ha senso che di recente  abbia messo in piedi questo progetto assieme a Daniela Gherardi (violino,  synth, effetti) e deciso di sviluppare una narrazione ancora una volta libera e  destrutturata (le sette tracce di September Winds non sono canzoni, ma  passeggiate), però in qualche modo più umana e rasserenante. L’artwork,  realizzato con fotografie di un bosco illuminato dal sole che forse si sta colorando  d’autunno, è lo specchio fedele di quanto andremo poi ad ascoltare: un  intreccio di chitarra acustica e non, accompagnato da violino e linee  impalpabili di synth, che sembra essere il racconto di una giornata passata in  pace a camminare e suonare, lontani dalle scocciature cittadine (verso la fine  di tutto, grazie al field recording, l’umanità si ripresenta sotto forma di  treno).
 Siccome immagino che la parte più “gotica” del pubblico di  Nimh abbia a casa qualche disco “neofolk” o “neoclassico”, preciso che  September Winds non ha nulla a che fare con quei sottogeneri e con quelle  scene, non esprime particolari nostalgie per piccoli mondi antichi o ideali di  bellezza particolari, perché è molto più terrestre, semplice senza essere  banale. Potrebbe essere un disco Gizeh Records, per fare un paragone meno  scontato: qualcosa che non è post-rock, né ambient o folk, ma sta da quelle  parti; qualcosa che è poetico, senza però che nessuno se la tiri da poeta.
 - Fabrizio Garau - The New Noise
 “Racconti da un universo parallelo” (Tales from a Parallel  Universe) è il titolo del primo lavoro firmato Twist of Fate.L’universo citato è quello dei Neri Silenzi nei quali  solitamente Giuseppe Verticchio ci conduce nei panni di creatura che sussurra  il suo nome attraverso ceneri elettroniche da sempre fumanti: Nimh.
 Difficile assai, per chi è abituato all’ombra feroce che  accompagna il suo vagare in compagnia di altri suoi simili, immaginarselo nei  panni di un sereno abitante della natura, ma bastano poche note di sei corde acustica  e di violino, quello di Daniela Gherardi, per capire quanto lontano siamo  dall’oscurità e quanto illuminato sia il sentiero da percorrere. Dolcezze  autunnali.
 - Mirco Salvadori - Rockerilla
 Giuseppe Verticchio continua a collaborare con Daniela Gherardi,  violino e sintetizzatori, nel progetto folk Twist of Fate. Come sul precedente  "Tales From a Parallel Universe", i brani del disco sembrano nascere  durante lunghe passeggiate nei boschi: già dall'omonima introduttiva  "September Winds" si respira un'aria bucolica del tutto assente nei  dischi dark-ambient che il musicista romano pubblica a nome Nimh.La seconda ballata in scaletta, "In Some Lonesome  Shadows", è ancora più esplicita, girando intorno a un accordo stracolmo  di malinconia.
 Il fingerpicking di Verticchio è pacato, mai nervoso, e  diluito in galloni di ambient orchestrata con sintetizzatori e field  recordings.
 "With a Broken Wing" è uno spiritual declinato in  chiave slo-core, una commovente ballata strumentale che non sfigurerebbe in un  disco dei Low, dei Rachel's o degli Spain.
 Più vicina a una sensibilità dreamwave l'incantevole  "The Colours are Changing", un acquarello che esplode in mille colori  riverberati dalla chitarra del musicista romano.
 Ancor più gotica l'atmosfera di "In the Light of  Dusk", dove il violino della Gherardi ruba la scena più volte durante il  lungo brano.
 Twist of Fate è l'altra faccia di Verticchio, capace con la  sua sei corde di intarsiare racconti neoromantici che sanno di memorire  nascoste tra le pieghe del tempo.
 - Roberto Mandolini - Onda Rock
 Twist of Fate non è solamente il frutto della collaborazione  tra Lydia Lunch e Philippe Petit ma anche uno dei tanti progetti di Giuseppe  Verticchio, sperimentatore elettronico romano celebre per la sua ricerca in  ambito dark ambient, che si è ritagliato un limbo compositivo più solare  assieme alla moglie Daniela Gherardi.Il successore di 'Tales From a Parallel Universe' è  rappresentato in copertina da un bosco autunnale e, anche stavolta, la mente di  Nimh e Hall of Mirrors si adagia su trame strumentali piuttosto standard con  chitarra acustica, violino e synth che si ispirano a quanto di più profondo il  panorama shoegaze ha proposto negli ultimi anni oppure si lasciano andare a citazioni  folk di ampio respiro melodico.
 Sinceramente preferisco quando “September Winds” apre a  sonorità ridondanti e magnetiche ma sono sicura che in tanti potranno trovare  beneficio ascoltando questo secondo album che conferma l'intenzione di  costruire qualcosa di duraturo.
 “The Colours are Changing” è l'apice di una narrazione  spirituale che vede la natura protagonista assoluta.
 - Federica Rocchi - Suffisso Core
 Confesso di aver perso di vista per certo tempo Giuseppe  Verticchio (l’uomo dietro il progetto Nimh e ora anche Twist of Fate con  Daniela Gherardi).Ma scopro con piacere che egli non si è mai fermato come  dimostrano i due nuovi progetti qui in esame (“Nimh: Circles of the Vain  Prayers” e “Twist of Fate: September Winds”) .
 (…) Twist of Fate è davvero tutt’altra cosa e può anzi  stupire che due anime apparentemente così distanti possano convivere senza  troppi problemi.
 Dietro quell’alias oltre a Giuseppe Verticchio che senza  rinunciare a field recordings, effetti e synth, suona principalmente la chitarra,  troviamo Daniela Gherardi, una raffinata violinista.
 E così abbiamo a che fare con sette ballate strumentali dal  piglio malinconico e a tratti elegiaco, come si addice ai primi venti  dell’autunno a cui titoli e copertina paiono ispirarsi.
 Non è propriamente folk, perché non c’è ombra apparente di  tradizione qui, ma certo un riallacciarsi a certo impressionismo sonoro del  tutto evocativo e principalmente acustico, dove affiorano lontani ricordi di  Windham Hill (il miglior William Ackerman per esempio) e una sua propensione  ancora da affinare per il paesaggio sonoro.
 - Gino Dal Soler - Blow Up
 Smessi i panni di Nimh, longevo act che negli ultimi anni ha  catturato le attenzioni della quotata label polacca Rage In Eden, Giuseppe  Verticchio torna a cimentarsi con Twist of Fate, progetto che lo vede in  compagnia della moglie Daniela Gherardi (violino, synth, effetti), già al  debutto un paio d'anni or sono con l'album "Tales from A Parallel  Universe" per la russa GS Productions.Stavolta è Oltrelanebbiailmare, divisione della più nota  Silentes, ad occuparsi della realizzazione del disco (edito in confezione  jewel-case), che sin dall'artwork indica chiaramente come la coppia abbia preso  la via dei boschi per trovare la propria ispirazione, a contatto con quella  Natura fedelmente trasposta nelle varie tracce attraverso la tecnica delle  field recordings.
 La nuova fatica, forte di un suono più luminoso rispetto al  precedente opus, è imperniata sui melodiosi arpeggi acustici e sui ricami della  chitarra di Giuseppe, alle cui corde si avvinghiano con dolcezza le note di  armonica, synth e violino per dar vita a brani - sempre interamente strumentali  - che trasudano meno malinconia se paragonati a quanto fatto due anni fa.
 "September Winds" vive di quell'ispirazione che la  Natura sa instillare nella sensibilità d'animo che sicuramente non manca a  Giuseppe ed alla sua consorte, e ciò risulta evidente nell'arco delle sette  song in scaletta.
 L'onestà dell'esecuzione è palpabile, fra passi che si  perdono nel bosco, treni che seguono il proprio binario con lente cadenze e la  luce a far capolino tra le fronde, fra stilemi debitori della tradizione folk  ("In Some Lonesome Shadows", "A Warm Day in Autumn"),  passioni forti ("The Colours are Changing") e qualche puntata in  territori carichi di malinconica tristezza ("In the Light of Dusk"),  sensazione mai sopita nei cuori di chi sa staccare letteralmente la spina per  lasciar parlare solo le vibrazioni naturali dei propri strumenti.
 Agli antipodi delle esibizioni di tecnica individuale come  dell'innovazione a tutti i costi, "September Winds" è il genuino  tributo ad una musicalità che nasce spontanea nei cuori di chi non ha scordato  la fondamentale importanza del mantenere uno stretto legame con la Natura, e  che da essa sa trarre l'ispirazione necessaria per comunicare nella maniera più  universale possibile.
 - Roberto Alessandro Filippozzi - Dark Room
 Just  received a copy of "September Winds".This hit me  pretty hard, the first song entitled "September Winds", this being  September, my birth rite month.
 Every song  was drenched in depth and purest emotion of the heart!!!
 To me, it  seemed as if the music itself knew of my sadness and embraced me.
 Giuseppe  & Daniela Gherardi really work well together!
 They create  an atmosphere of nature orientated love and loss, and it gave me chills! Please  support this music!!
 - Shane Beck -
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